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Cassetta Pronto Soccorso? Riportiamo l'articolo di Bolina

F&B Yachting, vendita di accessori nautici
Pallone di rianimazione, sfigmomanometro, fonendoscopio, 1 chilogrammo di ovatta e poi forbici da medicazione, lacci emostatici a fascia e di lattice, manuali di pronto soccorso e così via. La cassetta di pronto soccorso delle imbarcazioni da diporto cresce a dismisura. A prevederlo è il decreto del ministero della Salute del 1° ottobre 2015, entrato in vigore lo scorso 18 gennaio. Un provvedimento passato quasi inosservato che però ha pesantemente modificato le dotazioni dei medicinali e degli utensili medici per tutte le unità che navigano, dalle navi mercantili ai pescherecci fino alle barche da charter e a quelle da diporto.
Per quest'ultime c'è una nuova tabella (D) che rivoluziona quella del decreto 279/1988  con l'elenco del materiale obbligatorio da tenere nella cassetta di pronto soccorso per le imbarcazioni che si spingono oltre le 12 miglia dalla costa. Ventuno voci che trasformano, inspiegabilmente, la barca in una sorta di ambulatorio galleggiante con tanto di dotazioni professionali di difficile utilizzo. A che serve, per esempio, a un diportista avere nel gavone uno sfigmomanometro se non sa utilizzarlo e soprattutto non conosce valori medi e anomalie della pressione sanguigna? Che farci, poi, con un fonendoscopio se non si ha confidenza con aritmie ed extrasistole? Mistero, come spesso accade per le norme italiane che riguardano il diporto.
Certa è invece la stangata sui circa i 100.000 armatori di imbarcazioni iscritte nei registri marittimi che dovranno adeguarsi alle nuove regole per navigare oltre le 12 miglia senza incorrere in multe. Così come i guadagni che si spartiranno le solite aziende. E dire che il settore aveva appena festeggiato l'abolizione della tassa di stazionamento. Illudendosi che verso il diporto nautico fosse cambiato qualcosa.




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