MA QUANTO COSTANO I SOCCORSI IN MARE?!
Pubblicato da Ezio Grillo in Emergenze a bordo · Mercoledì 04 Apr 2018
Tags: nautico, soccorsi, in, mare, Solo, Vela, Net, macchina, dei, soccorsi, Antonio, Giovannelli, 2018
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Quello dei soccorsi in mare è un argomento ultra-delicato dove
è difficilissimo e pericolosissimo esprimersi; in particolare il tema dell’allarme
ai soccorsi è materia sensibile.
I falsi allarmi sono infatti un grosso problema, non solo
perché hanno un alto costo a carico della collettività e perché possono avere
anche delle conseguenze penali, ma anche e soprattutto perché possono sottrarre
risorse ad una contemporanea vera emergenza!
D’altro canto non bisogna cadere nell’errore di farsi troppi
scrupoli nel dare un allarme, pensando di avere la situazione sotto-controllo,
e quindi poi chiamare un “mayday” quando
è troppo tardi.
Dal bellissimo articolo di Solo Vela sopracitato, abbiamo
estratto il testo di un box dedicato ai falsi allarmi: questa è materia che
trattiamo nei nostri corsi e pensiamo che in queste righe sia sviluppata egregiamente:
“Qualsiasi richiesta di soccorso mette in moto una macchina
complessa che comprende uomini e mezzi anche di grandi dimensioni, tutto ciò ha
un alto costo a carico della comunità.
È dovere di chiunque navighi di non mettere in moto questo
meccanismo se non assolutamente necessario.
Ogni anno, quando al salone di Genova le Capitanerie di
Porto relazionano la stampa sulla loro attività annuale, i numeri ci parlano di
una quantità elevata (la maggioranza dei casi) in cui il mayday viene dato per
motivi non connessi con il rischio della vita umana, unica ragione per cui
questo dovrebbe essere lanciato.
Molti diportisti lanciano il mayday perché sono rimasti
senza benzina o perché è calata la notte e hanno paura, molti lo fanno perché si
è alzato il vento e loro non sono in grado di gestire la barca. Sin tanto che
tutti questi mayday vengono lanciati via VHF, il danno è relativo, si tratta di
una motovedetta che naviga per qualche miglia o, al massimo, del volo di un
elicottero ma, ora, sempre più spesso, queste chiamate di soccorso sono
lanciate via EPIRB. Il diportista preso dal panico, per essere certo che la sua
chiamata sia ricevuta, attiva l’EPIRB.
A volte, come è
successo in un caso non molto tempo fa, l’EPIRB vecchio, sostituito da un
apparecchio nuovo, è stato gettato in mare, il contatto con l’acqua l’ha
attivato e ha fatto scattare l’allarme. Si tenga conto che, persino nei casi in
cui è evidente che la richiesta di soccorso non ha fondamento, l’MRCC che la
riceve è obbligato a comportarsi come se questa fosse reale.
Procederà quindi a
dirottare le navi, a far partire elicotteri e motovedette mettendo in moto un
meccanismo che ha costi elevatissimi. Tutto questo sino a quando la sorgente
della richiesta di soccorso non sia stata individuata e non sia stato accertato
che l’allarme era ingiustificato. Attivare un EPIRB senza motivo è un reato
penale.
Nel caso in cui si attivi l’apparecchio inavvertitamente,
bisogna avvertire subito la Capitaneria di Porto più vicina o, ancora meglio,
l’MRCC più vicino.”
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