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Perché mai dotarsi di Parasailor o Parasail?

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Perché mai dotarsi di Parasailor o Parasail?

F&B Yachting, vendita di accessori nautici
Pubblicato da ezio Grillo in vela · Venerdì 15 Feb 2019
Tags: parasailorparasailgennakerspispinnaker
In questo articolo parliamo di pura filosofia della pratica della vela: vorrei sottolineare la contrapposizione  filosofia-pratica. Nulla di preoccupante però, niente a che vedere con la Filosofia Pratica Aristotelica…

Noi tutti, è abbastanza noto, amiamo andare in barca a vela per una ragione banale e allo stesso tempo splendida: amiamo semplicemente la navigazione a vela…

Sembra una sciocchezza, ma a pensarci bene, quando per esempio ci si appresta all’acquisto di una barca nuova, questo “banale concetto” sembra sfuggire: la barca  ci viene infatti fornita con una dotazione standard di sole vele bianche e quelle portanti sono “optional”!

L’assurdità è appunto nel fatto che essere dotati di randa sola e genoa vuol dire, nella maggior parte delle condizioni, andare a motore quando dobbiamo navigare di poppa: di conseguenza cade la ragione prima per cui andiamo in barca, ovvero la navigazione a vela.

ERGO, le vele di poppa sono necessarie per navigare a vela e non a motore.
 
Le vele di poppa tradizionali sono di due tipi:

  • Simmetriche
  • Asimmetriche

Le prime, gli spinnaker per intenderci, sono le vele portanti per eccellenza: si usano infatti nel secondo e terzo quadrante, dal traverso al traverso, e quindi permettono d’arrivare a poppa piena e “spingere” la barca anche con un vento apparente anche moderato.
Ma necessitano di tangone il quale richiede non solo un equipaggio numeroso, ma anche addestrato, attivo e che sappia esattamente cosa fare (quindi affiatato).

Vela affascinante nelle regate e lunghe navigazioni, è di fatto troppo complessa per essere utilizzate da equipaggi ridotti o famigliari, come da equipaggi anche numerosi ma composti più da ospiti che da velisti: non è di certo la vela ideale per la crociera.

Il complesso uso del tangone ha decretato il successo delle seconde vele, quelle  asimmetriche: gennaker, spi asimmetrici, i vari Code, ecc.

Armate su sistemi avvolgibili o con calza, richiedono un equipaggio di un massimo di due persone e sicuramente meno preparato rispetto a quello necessario con gli spi.

Ma, ed è questo il primo limite, non sono propriamente delle vele da vento portante!
 
Infatti, escludendo il Code 0 che non é una vela da vento portante (vedere l’articolo che abbiamo scritto su questo blog), se considerassimo i più generosi gennaker o spi asimmetrici, si tratta di vele che si esprimono fra i 60 e i 140 gradi sul vento apparente.

In pratica ci coprono dove un più piccolo genoa è ancora in grado di lavorare seppur in maniera limitata, ma ci abbandonano esattamente in quell’arco dove ci servirebbero di più: fra i 140 e i 180 gradi, gran lasco, poppa piena.
 
Inoltre, e questa è la ragione vera che ne rendono l’uso non così facile, hanno un doppio angolo morto  (140-180 + 180-140) che ci rende ogni strambata (abbattuta) abbastanza difficoltosa: è infatti pratica oggi quella di chiudere la vela, strambare e quindi riaprirla sulle nuove mura. Una bella fatica ogni volta!


 

Infine, se traducessimo questo range d’uso sul vento apparente, in un range sul reale, si parla di circai 25-30 gradi il che, volendo seguire una rotta e non il vento, si traduce in un arco veramente limitato.
 
Se si esce in mare a fare dei bordi ovviamente non ci sono problemi a parte eventuali coste da evitare; ma se l’intenzione è fare una rotta ben precisa, bisogna avere molta fortuna affinché tale rotta coincida con questi 25-30 gradi. Di conseguenza, o ci si rassegna a bordi molto larghi, ma ci vuole un bel vento nutrito affinché abbiano senso, oppure si va a motore.

Di conseguenza, ciò che succede è che qualsiasi buon gennaker finisce irrimediabilmente infondo ad un gavone: la prova è l’eccitazione che ogni velista manifesta dopo aver navigato sono qualche ora sotto asimmetrico.

Ma tutti questo, e qui arriviamo finalmente al fulcro di questo articolo, viene superato con le vele Parasailor o Parasail: perché?
 
Parasailor e Parasail sono vele simmetriche…  ma dotate di ala.
 
La simmetria ci dona un range ampio, come per gli spi,  in tutto il secondo e terzo quadrante.
Ma l’ala ci regala, grazie ai flussi tridimensionali da essa creati, una aspirazione che la rende performante anche in parte del primo e quarto quadrante.

Di conseguenza il range d’uso delle vele Parasailor e Parasail si allarga dai 60 ai 180 gradi coprendo dalla bolina larga alla poppa piena.

Inoltre, come per gli spi, è un range  immediatamente “attaccato” agli altri 180-60 gradi per cui non ha angoli morti e la strambata non richiede la chiusura della vela.

L’ala ci regala infine la funzione di “stecca”: ci tiene la vela aperta ed in posizione, per cui non siamo costretti ad usare il tangone. Grazie ad  un facilissimo sistema di due scotte e due bracci che fungono da mura, siamo in grado di governare il nostro Parasailor o Parasail in un massimo di due persone con l’ausilio del pilota automatico.

Riassumendo, Parasailor e Parasail sono quindi le uniche vele portanti al mondo che:

  1. Consentono di navigare veramente negli interi quadranti portanti: sono quindi filosoficamente e praticamente delle vere vele da vento in poppa.
  2. Donano in più delle andature fino alla bolina larga garantendo il range in performance più ampio sul mercato: sono vele che si usano quotidianamente, regalando un angolo sul vento reale fra i 90 e 100 gradi. Non restano in un gavone, si sfruttano con divertimento fino in fondo.
  3. Sono facili da usare con un massimo di due persone in stabilità e sicurezza, divertendosi.
  4. Sono finalmente sicure perché annullano straorza e strapoggia che, argomento che per semplicità non abbiamo affrontato in questo articolo, rappresentano il più grosso rischio nell’uso di spi e gennaker tradizionali.

Ma c’è una ragione per NON dotarsi delle vele Parasailor o Parasail? Beh è inutile negare che sono vele più costose di quelle tradizionali: è cosa ovvia, basta osservarne la manifattura per intuirlo.

Ma in realtà, mentre il discorso prezzo può essere più evidente in Parasailor che ha l’ala tridimensionale a cassoni di costruzione molto complessa e onerosa, grazie all’ala "a pelle unica”, Parasail ha invece un prezzo paragonabile ad un buon asimmetrico con il suo frullone.

Ciò su cui noi poniamo l’accento non è tanto il prezzo ma il valore della vela o meglio il rapporto prezzo/valore: quanto vale in realtà un gennaker che, come abbiamo visto, viene presto  dimenticato in un gavone?

Quanto è invece il valore di una vela che sfrutti fino infondo, in sicurezza, con l’equipaggio anche ridotto che c’è a bordo?

Noi non abbiamo dubbi e rimandiamo, chi a avesse voglia, ad un approfondimento con foto e filmati al sito dedicato a Parasailor e Parasail.

Ezio Grillo


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