SICUREZZA ATTIVA E PASSIVA: L'IMPORTANZA DI UNA VISIONE PLURALE
Pubblicato da Ezio Grillo in Sicurezza in mare · Venerdì 22 Dic 2023
Tags: blog, nautico, sicurezza, attiva, sicurezza, passiva, importanza, visione, plurale, capitolo, libro, Il, Frangente, Mai, piĂą, MAYDAY, Ezio, Grillo, Rizzi
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In
questo manuale intendo affrontare in modo esauriente e completo il
tema della “massima sicurezza a bordo”.
Per
questo è prioritario iniziare approfondendo i concetti di Sicurezza
Attiva
e Sicurezza
Passiva,
in rapporto agli argomenti che saranno trattati.
La
Sicurezza Attiva
ha la funzione fondamentale di essere preventiva.
Ancora
più importanti: le ancore di ultima generazione, i ganci d’accosto
e tante dotazioni che analizzeremo nel nostro percorso.
Si
tratta di equipaggiamenti, attrezzature o materiali, la cui funzione
d'uso viene associata a quella della prevenzione di incidenti,
rotture e situazioni difficoltose che potrebbero compromettere la
sicurezza a bordo.
Per
Sicurezza
Passiva
s’intende invece il ricorso a dispositivi e sistemi che servono a
scongiurare
o ridurre le conseguenze
di un'emergenza (incidente, rottura, situazioni impreviste).
Per
intenderci meglio, in un’automobile rispondono a questa
classificazione le cinture di sicurezza, i poggiatesta, gli airbag.
In barca: le zattere di salvataggio, gli equipaggiamenti per la
segnalazione, l’individuazione e il recupero dell’Uomo a Mare,
gli estintori, ecc.
Ci
sono anche equipaggiamenti che giocano un doppio ruolo. Ad esempio,
una linea d’ancoraggio studiata per prevenire gravi problemi
(quindi sicurezza attiva) può essere l’elemento risolutivo nel
caso di un'emergenza che, in sua assenza, potrebbe volgere in
tragedia (sicurezza passiva).
Un
altro esempio interessante riguarda il salvagente autogonfiabile
avanzato, quindi con inclusa una imbracatura di livello; in questo
caso abbiamo un equipaggiamento per la sicurezza passiva (se cadiamo
in mare ci permette di scongiurare le peggiori conseguenze), che ne
incorpora uno per la sicurezza attiva (l’imbracatura ci consente,
legandoci, di non cadere in mare, cioè di prevenire l’emergenza
stessa).
Non
si tratta di filosofia spicciola: la sicurezza parte dalla
prevenzione!
Avere ben chiari questi due aspetti e come essi si possano manifestare, ci permette di progettare sulla nostra barca un Sistema di Sicurezza Plurale atto a scongiurare il più possibile le emergenze a bordo e, nel contempo, reagire nella maniera più efficace all’imprevedibile.
Avere ben chiari questi due aspetti e come essi si possano manifestare, ci permette di progettare sulla nostra barca un Sistema di Sicurezza Plurale atto a scongiurare il più possibile le emergenze a bordo e, nel contempo, reagire nella maniera più efficace all’imprevedibile.
Un
nuovo esempio concreto ad esemplificare questo concetto: immaginiamo
di armarci di una serie completa di attrezzature per l’individuazione
ed il recupero dell’Uomo a Mare. Senza dubbio ci attrezzeremmo al
meglio per la gestione passiva dell’emergenza MOB
(Man Over Board – “Uomo a Mare” in inglese).
Ma
ancora più attenzione dovremmo dedicare all’allestimento di un
sistema che prevenga tale emergenza. Ovvero una safe-line (nota
impropriamente quale life-line) armata secondo specifici criteri che
vedremo che ci permetterĂ di non cadere in mare, e la dotazione di
imbracature e cinture ombelicali di livello adeguato che permettano
d’essere in ogni istante agganciati a alla safe-line o a qualcosa
di solido in coperta.
Ci troviamo in quella che può definirsi una situazione ideale: una sicurezza attiva pensata, armata e UTILIZZATA in maniera da non arrivare mai a servirsi dell’attrezzatura passiva.
Ci troviamo in quella che può definirsi una situazione ideale: una sicurezza attiva pensata, armata e UTILIZZATA in maniera da non arrivare mai a servirsi dell’attrezzatura passiva.
Un
altro aspetto importantissimo riguarda l’equipaggio e le sue
abitudini.
La nautica, pur essendo nel nostro Paese un'attività considerata di élite, è molto più popolare di un tempo. Grazie alle tecnologie digitali e non, si è semplificata tantissimo e questo si riflette in tre aspetti generalmente sottovalutati:
La nautica, pur essendo nel nostro Paese un'attività considerata di élite, è molto più popolare di un tempo. Grazie alle tecnologie digitali e non, si è semplificata tantissimo e questo si riflette in tre aspetti generalmente sottovalutati:
- Chi va in mare è di solito meno preparato teoricamente e ha meno esperienza rispetto al passato: questo proprio perché si è più assistiti e supportati dalla tecnologia (si pensi per esempio ai plotter cartografici che ci danno la posizione istantanea con una precisione di pochi metri). Ciò non solo dona l’illusione d’avere tutto sempre sotto controllo ma non ci costringe, come le vecchie carte nautiche, a studiare e calcolare con la massima attenzione e concentrazione ogni particolare della nostra rotta.
- Le barche sono di più facile utilizzo e sono dotate di sistemi che aiutano l’equipaggio (i winch elettrici, i genoa avvolgibili, e molti altri): di conseguenza, da una parte sono aumentate dimensioni e carichi, dall’altra, essendo assistiti da sistemi che riducono lo sforzo, la percezione e drasticamente diminuita la percezione della grandezza delle forze con cui abbiamo a che fare.
- La socialità e la “fruizione del tempo sociale” sono cambiate tantissimo negli anni: gli equipaggi, un tempo spesso formato da amici appassionati, sono oggi sempre più ridotti e di tipo famigliare, spesso con una sola persona esperta nel ruolo di comandante.
C’è
un vecchio detto di bordo che recita “tutto
va bene fino a quando le cose vanno bene”:
di fatto, grazie alle barche e alle tecnologie moderne è molto più
difficile rispetto a un tempo che le cose “non vadano bene”; ma
se ciò succedesse, i carichi mediamente in gioco, così come la
capacità di riposta dell’equipaggio, non sono più quelli
richiesti dalla tradizione marinara.
Come
ho scritto, in questo manuale ci occuperemo soprattutto di
prevenzione e di come raggiungerla al piĂą alto livello: ci
concentreremo soprattutto sulla sicurezza attiva ponendo la piĂą
rigorosa attenzione nell'attuarla.
Come
si è detto in apertura, gli equipaggiamenti e le soluzioni
presentate nelle prossime pagine sono frutto non solo di
un’esperienza pluridecennale in mare, ma anche di studi e ricerche
condotti nel corso di un'attivitĂ specializzata in equipaggiamento
nautico innovativo.
A
titolo esplicativo, verranno sempre portati esempi di esperienze
personali in mare, siano esse positive o negative: la casistica è
infatti fondamentale per lavorare sulla sicurezza attiva e passiva.
Il
focus di questo manuale resta la sicurezza delle persone a bordo, in
primo piano vi sarà sempre il fattore umano: l’equipaggio.
La
teoria è senz’altro importante ma ciò di cui bisogna tenere
maggiormente conto è l’esperienza
empirica,
con gli errori, le sviste, le abitudini da cambiare, i limiti che nel
concreto si manifestano: saranno quindi tutti consigli e soluzioni
diretti agli appassionati, in un’ottica di condivisione.
Ezio Grillo Rizzi
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